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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

Epica, empatia e vendetta

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  La strage dei Proci                                                                                                         Oreste inseguito dalle Erinni Chi si riconosce in queste immagini? 🙋🏻‍♀️ E' possibile che in noi alberghino nel contempo queste due dimensioni?  Concentriamoci sulla prima. L'empatia è una rara forma di intelligenza, è difficile sapersi mettere nei panni del prossimo e si soffre da morire. Io ho davvero temuto per la salute dell'amico vegetale sperando di non essere la causa del suo malessere e ho subito cercato di rendere più confortevole il suo breve soggiorno nel cassetto del frigorifero: un giaciglio di carta assorbente potrebbe lenire le sue ferite. Vogliamo poi parlare degli animali? Chissà come si sentirà solo l'aracnide tessitore nell'angolo del garage...e quel bagarozzo nel giardino? Come potrò difenderlo dalle pedate impietose dei passanti? Non vi dico il terrore di incrociare lo sguardo di un quadrupede randagio o il dolore fisic

Presentazione e presenze

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Dell'amicizia                                                                                                     Foto di R.O                                                                            Foto di Andrea Pelissero Ieri pomeriggio ha avuto luogo la presentazione del libro di Bruno nonché la mostra delle fotografie di Roberto.  È stato un evento a mio avviso molto piacevole, partecipato, misurato ma intenso. Lo scambio tra i protagonisti mi è parso spontaneo e sincero mai autocelebrativo; diversi gli interventi degli astanti che hanno animato il dialogo.  Ho partecipato con emozione: sul palco c'erano Bruno e Roberto che hanno presentato il frutto della loro creatività e questo mi è bastato per smuovere e commuovere quel mio animo cinico e acido. A condire il tutto la presenza dei nostri amici, alcuni una vera grande sorpresa. Andrea, Cinzia e Vittoria sono arrivati da Torino, non li vedevamo da mesi ed è stato davvero bello vederli venirci inc

Enjoy the silence

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Della scrittura e del silenzio  In un raro momento di insonnia mi trovo a riflettere sul senso della scrittura. Potrei partire dall'atavico bisogno di comunicare, dalla storia della lingua, dal rapporto tra significato e significante ma la riflessione invece vira spontanea su quanto il linguaggio strutturi il pensiero.  Contrariamente a quanto l'istinto ci porti ad asserire - ovvero che il pensiero anticipi e crei il linguaggio - possiamo con facilità capire quanto siano invece le parole a dare forma ai concetti. Essi prendono vita solo qualora il cervello sia in grado di concepirli, solo se si possiede il lessico necessario per realizzarli. Non lo dico io, ma Vygotskij e Sapir-Whorf. Si potrebbe quindi essere soddisfatti delle proprie contorte elucubrazioni verbali, dei cavillosi pensieri astratti; essi potrebbero essere, secondo il sillogismo sopra descritto, sintomo di grande intelligenza e competenza lessicale laddove il silenzio manifesti, invece, povertà cereb

Vivaldi & C.

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  Ieri ho avuto l'onore di partecipare al concerto in ricordo di Silvia Bastianini organizzato dall'amico e collega Gabriele Studer e diretto dal maestro Paolo Paglia con la partecipazione di Fabrizio Pavone.  Cosa c'entra la Novelli in tutto questo? Me lo sono chiesta dal momento in cui Gabriele mi ha contattata e non ho trovato alcuna risposta. Gabriele, con la delicatezza e la professionalità che lo contraddistinguono, ha reso impossibile un mio eventuale rifiuto ed ecco che sono stata catapultata in un mondo a cui non appartengo e che temo di aver violato ma che mi ha accolta con grazia e generosità. L'evento si è tenuto ad Alba, nella Chiesa di Cristo Re; si è aperto con il Concerto per organo e orchestra di Haendel, seguito dalle Quattro Stagioni di Vivaldi, intercalate dalla lettura dei relativi sonetti, letti dalla sottoscritta davanti ad una chiesa gremita di gente attenta e competente. Chi mi conosce può immaginare quanto sia stato per me difficile espormi e s

La vita prende, la vita dà

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foto di Roberto Ornato La vita prende quando è bastarda, la vita dà quando vegliarda concede entusiasmi nonostante i miasmi dell'invidia sorda. La vita prende se lascia gli spasmi di una lotta profonda ma stanca e in preda ad un'orda di opposto sentire, quando tu non ti plasmi. La vita dà quando gli occhi dei figli s'incontrano e abbracciano muti senza figuri sconosciuti che inquinano l'aria, solinghi e vivaci ammantan fantasmi. Se lascio i pensieri sugli orizzonti sperduti il presente si estende e la sera è bonaria non più l'affanno ma momenti vissuti Oggi ho scritto queste tre terzine in un moto creativo ma stanco; la gola mi di duole, le ossa sono acciaccate, sono sola a casa -quale divina condizione!- e il bisogno di scrivere emerge e si fa pressante. Sfogliando le foto vengo colpita da un'immagine che mi ritrae di schiena insieme ai bambini, sulla panchina del traghetto che qualche minuto prima era salpato da Olbia. Era il 2018, due mesi prima avevo comp